8 luglio 2023

Rinforzo a gettoni

Economia a gettoni meglio conosciuta come Token Economy é un sistema di rinforzo a gettoni o simboli.
Consiste in una forma di "contratto educativo", tramite il quale l'educatore stipula un accordo con il bambino: ad ogni comportamento corretto, quest'ultimo riceverà un gettone (o altri oggetti simbolici), e ad ogni infrazione, gliene sarà tolto uno o non gliene verrà assegnato alcuno. In cambio di un certo numero di gettoni sarà garantito al soggetto l'accesso ad un determinato "premio" di interesse per il bambino.
La tecnica psicologica sviluppata sulla base della psicologia comportamentale, viene utilizzata in diversi contesti educativi e per differenti scopi di crescita (sociale, comportamentale, didattica, ecc). 

Noi la stiamo utilizzando per allenare le capacità sociali di Rebecca e abbiamo approfittato per inserire anche dei piccoli compiti didattici e casalinghi. 

É una tecnica che si può utilizzare dalla scuola dell'infanzia in sú. 
Fatemi sapere nei commenti se vi é stata utile! 

 #tokeneconomy #gettoni #psicologiacomportamentale #education #educazione #obiettivieducativi⁸

14 gennaio 2021

Diventare mamma è stato un lungo percorso tra angoli bui, una lenta introspezione tra gli archetipi del mio passato, la paura di non riuscire mai, il desiderio, la sconfitta.
Dopo 1 anno di tentativi, ci siamo studiati e analizzati a fondo ed è arrivata la badilata in faccia. 
Qualcosa nei nostri corpi non andava...ecco il motivo di tanti desideri disattesi.
La coppia che perde il senso per cui è nata per dare spazio agli ingranaggi di due corpi improduttivi, fallati, con poche possibilità. 
Annichilire emozioni e desideri per rincorrere orari, per stare al passo di terapie, tabelle e vincoli. 
Così da un pensiero d'amore è diventato un incubo, un chiodo fisso, un pensiero catalizzatore.
Rendere fertili due corpi aridi.
Tentare di tutto, sottoporsi a tutto. 
Un atto di amore a scatola chiusa o malsano egoismo? Forse autolesionismo. 
Fatto sta che nessuno di noi ha mai abbandonato il desiderio di diventare genitore. 


Così, abbaimo iniziato a provare ogni metodo, ogni orario, ogni posizione suggerita.
A colpi di sonoisterografie, analisi del sangue e del seme, compilazione meccanica di tabelle e grafici, uso di integratori, cambio dell'alimentazione, sport e movimento...abbiamo finto di non essere ossessionati dall'idea di avere figli per un altro annetto.
Ovviamente attorno a noi, un sacco di coppie in attesa, di pance floride, neogenitori felici e perfetti da copertina.
Io li avrei bruciati con il lanciafiamme se avessi potuto, tempismo perfetto, ma no, loro non avevano colpe e neanche io, neanche noi.
Era così e basta. Destino? Karma? Fato? Dharma?
Un'altra boccata di rabbia, impotenza e frustrazione.
Non potete capire -o forse si- quanto sia difficile complimentarsi ed essere felici, anche fingendo, per la gioia e l'attesa di un altra coppia, quando tu sei svuotato, sterile stanco, senza speranze e in pena per te stesso.
È così, io lo so.
Non potete capire - o forse si- quanto faccia pompare la vena, sentirsi chiedere quasi ogni giorno, quando hai intenzione di avere figli.
Per di più con un mezzo sorrisetto complice.
Ma cosa ridi? Ma che domande fai?
Se non hai argomenti parla del tempo che cambia o del tempo che passa, MAI del mio tempo che resta.
Domande inopportune al pari di questa, ne conosco pochissime. 
Ho sempre pensato che le persone prive di intelligenza relazionale vadano educate, addomesticate al rispetto reciproco  abituate a comportarsi.
Purtroppo però , dopo una prima fase di risposte calibrate, cortesi e politicamente corrette, ho ceduto il passo al cinismo spietato e volgare.
Qualcuno ha smesso di salutarmi, così di punto in bianco 5 o 6 anni fa. 
Amicizie che vanno, meno male.
Non te lo dice mai nessuno, ma il primo mese di tentativi, quando sei convinto di far parte della nicchia "buona la prima", resti quasi amareggiato, ma lo spirito è ancora alto e punti tutto sulla seconda.
La seconda va male e inizi a domandarti quanto complesso può essere un processo così naturale.
Al terzo tentavo fallito, inizi a pensare che qualcosa non va, anche se è presto, ma nessuno te lo dice.
Così cerchi su internet e sei già morto.
Nessuno ti dice che devi aspettare, avere pazienza, devi provare: il primo anno deve essere di tentativi, non di ansia.
Nessuno ti spiega che a volte va semplicemente così senza che tu abbia necessariamente qualcosa che non va.
Gli specialisti onesti e preparati, se la tua età lo consente, non ti prescrivono un calvario di esami, terapie e cure prima che sia passato 1 anno di tentativi.
Gli specialisti onesti non ti propongono la crioconservazione degli ovociti a 31 anni.
Gli specialisti onesti, non ti consigliano pma, fivet o icsi al se le percentuali di procreare naturalmente sono superiori al 20% di possibilità.
Fortunatamente noi, siamo stati guidati al meglio. Salvi, in parte, dall'impatto emotivo e psicologico al quale una scelta sbagliata e frettolosa ci avrebbe condotti, siamo andati avanti.
Per noi, nel secondo anno di tentativi, un sacco di esami, esiti quasi sempre nefasti, una terapia invasiva e tanti, tanti soldi.
Punture che stoppavano la vita di ovulo per 24 ore, per farlo scoppiare in un momento più certo, creme al testosterone che pompavano gli istinti e offuscavano le buone maniere, orari, giorni stabiliti e momenti di intimità a comando.
Questo succede ad un coppia che non smette di crederci.
Si spengono le luci della passione e dell'intensità e va in scena la catena di montaggio in bianco e nero.
Nessuno te lo dice, ma è così.
La coppia mette il pilota automatico.
Quando finalmente la lunga attesa di un grande amore viene ripagata, non riesci a godertela a cuore aperto.
La verità è che resti incredula.
Incredula davanti al fatto compiuto.
Incredula che due lineette, davvero, possano aver messo la museruola ai tuoi pensieri, sempre troppo disfattisti.
Incredula che quel giorno sia il tuo giorno, che quella notizia, sia la tua notizia.
Per la prima volta.
Prendi confidenza con la novità, piano, piano.
E mentre il tuo corpo inizia ad adattasi velocemente ai cambiamenti, la tua mente pigramente fa dei passi più lenti, è ancora restia.
Finché un giorno, ti ritrovi a fantasticare, inizi ad accettare, ti scopri più tollerante verso i bambini e ti senti solidale con le mamme.
Nel mio caso, giusto il tempo di abituarmi all'idea, per poi sprofondare nella più dolorosa agonia.
Sentire un cuore battere e poi non sentirlo più.
Non può capitare a me, è davvero troppo. Invece sì, capita, e anche molto spesso.
Mi sono sentita soffocare, annaspare, sopraffatta dallo sprofondare delle emozioni. Arrabbiata, triste, vuota.
Inconsolabile.
Se ci penso adesso, mi si stringe la gola, fatico ancora a parlarne.
Quando il corpo non ti segue, la mente ha le sue responsabilità.
Il pensiero porta a ciò che non riesci a fare a quello che non sai diventare e il corpo obbedisce. 
Fino a quando il pensiero cambia, l'attenzione si sposta su altro, un nuovo progetto, un cambio di prospettiva, uno stimolo. 
Come per magia, dopo 5 anni, la mia mente è in equilibrio e il mio corpo è pronto. 
Settembre 2015. E così, all'improvviso, arrivi tu, nel mio grembo.
Piccolo cuore pulsante, vita che si fa spazio in un momento inatteso, dopo anni di attesa. 
Una gravidanza senza aspettative, emozioni volutamente appiattite per paura di perderle ancora. 
Progesterone, cardioaspirina, magnesio...
e rendersi conto che era tutto vero, accettarlo e viverlo appieno solo quando  ho sfiorato la tua pelle e ti ho annusata ❤


• Estate 2017 •
Io e Rebecca siamo al mare, io allatto e sola con una bambina di un anno appena compiuto, provo una stanchezza appagante, quella stanchezza che ti fa crollare tutte le sere sulla stessa pagina del libro, ma che ti rende felice, piena e grata.
Poi un raffreddore estivo immotivato, che non passa, di quelli che ti fanno perdere gusto ed olfatto, una sempre più strana sensazione di spossatezza e un malessere diffuso. Ho avuto subito un sospetto, ma con altrettanta velocità ho archiviato l'ipotesi, frutto delle basse aspettative sulla mia fertilità.
Non è possibile, non è stato pianificato, non ne abbiamo parlato, era un'idea, ma non ancora chiara neanche a noi.
Così aspetto, rimando, nego, ma niente...ho un ritardo di più di 1 mese, il raffreddore passa, ma il gusto non torna e neanche l'olfatto.
Strano. Ho un deja vu.
Sono incinta per la seconda volta e per la seconda volta, fingo che non sia vero, mi proteggo per paura di crederci troppo.
Per paura di perderti.
Tutta la gravidanza procede esattamente come la prima volta, lavoro fino al settimo mese, cresco Rebecca e proseguo senza aspettative.
Poi, finalmente a metà marzo arriva Tea il mio piccolo miracolo, mi rendo conto che è tutto vero solo quando per la seconda volta sento il suo cuore attaccato al mio e il profumo della sua pelle nuova e perfetta 💜 


31 dicembre 2020

Caro 2020 ti saluto




Ho scelto di vivere quest'anno in equilibrio.
Mi porto a casa una forza nuova, una consapevolezza e una sete di conoscenza che non pensavo neanche di avere.
Il mio bisogno di riflettere, di scegliere consapevolmente, di pensare con la mia testa.
Ho deciso di rispettare gli altri con le dovute precauzioni, ma posso affermare con certezza che per me non è la normalità e non diventerà un'abitudine.
Da quest'anno ho scelto di non guardare più i telegiornali e non leggere più notizie dalle testate ufficiali prendendole come oro colato.
Ho imparato a ragionare con obiettività e razionalità.
Ho usato la mia testa per pensare e comprendere.
Ho sempre riconosciuto l'importanza della vita, così come la sacralità della morte, senza mai affidare alla scienza e alle sue inesattezze, l'illusione dell'immortalità.

Ho scoperto quest'anno che esistono sempre più persone che sanno ragionare con la propria mente e riconoscono nei numeri l'inviolabile verità.
Esistono persone che non criticano, con boriosa arroganza chi abbraccia il dubbio e non il dogma.
Ho scoperto anche, che queste persone rappresentano una schietta minoranza.

Già, perchè allo steso tempo ho visto sparire la tolleranza, la libertà di pensiero e il rispetto per l'altro.
Ho visto un gregge addomesticato a colpi di terrore, paura e ansia. Ho visto crearsi dall'oggi al domani, nuove fazioni che fomentato discordia, odio, violenza e giudizio.
No vax, complottisti, negazionisti.
Le nuove etichette del pensiero divergente. Niente di più meschino.
Come se il mondo, il pensiero di ogni essere umano e le sue scelte si potessero esprimere in categorie così nette, senza considerare le sfumature, le sfaccettature e le varibili che contraddistinguono in modo naturale e logico, il ragionamento umano.
Ho visto gli occhi spenti delle persone che hanno perso tutto, i loro cari, il lavoro, la vita sociale e la libertà di scegliere e pensare.
Provo dolore e pena per questo.
Ma quest'anno lo voglio ringraziare comunque.
Ha rimesso al loro posto valori e tempi che ormai avevamo rimosso. Ha ridato importanza alla famiglia come spazio sacro e intimo.
E mi ha regalato una consapevolezza nuova che mi auguro porterà ad un cambiamento.

3 marzo 2020

Filastrocca sul coronavirus


Dopo settimane di scuole chiuse, credo sia doveroso affrontare il tema, come didattica digitale, come compito, oppure aspettando di riabbracciare i nostri alunni. 

Cosa fondamentale é parlarne,
raccogliere i vissuti dei bambini, le impressioni, cosa hanno capito di questa emergenza. 

Parlarne con loro é un modo per esorcizzare la paura. Ho scritto un pezzo qualche giorno fa per affrontare il tema in famiglia e spiegarlo in modo comprensibile e onesto ai bambini. La stessa comunicazione può essere utilizzata a scuola. Coronavirus ricordatevi di spiegarlo ai bambini

E perché no, alla fine ho inventato una piccola filastrocca con qualche indicazione utile sull'igiene.
Puó essere uno spunto per ricordare le corrette abitudini. 

Potete scaricare il file in pdf.


Buon lavoro!




24 febbraio 2020

Coronavirus: ricordatevi di spiegarlo ai bambini!




Tutto ad un tratto i vostri figli vi vedono girare per casa preoccupati, parlare al telefono, guardare tutti i telegiornali possibili e immaginabili, controllare il cellulare ogni 5 minuti.

Poi vi vedono uscire con una mascherina che copre mezzo viso, tornare con una scorta di cibo enorme e vitamine per tutta la famiglia e soprattutto, nonostante il sole fuori, si accorgono che non si esce più di casa. 

Forse è arrivato il momento di parlare con i vostri figli di quello che sta accadendo. 
Fare finta di niente non è possibile perchè qualcosa di diverso in casa e fuori sta succedendo. 
Vale la pena fermarsi e spiegare con parole semplici e nessun allarmismo. 

Io sono dell'idea che dai 2 anni in su i bambini debbano sapere, utilizzerei parole molto semplici:

"Vedi amore, in questi giorni sta girando tra le persone un virus molto forte come un'influenza, con febbre e tosse. Se il tuo corpo é forte guarisci in fretta, se sei debole può essere necessario andare in ospedale da un dottore. 
Alcune persone molto, molto deboli con altre malattie possono rischiare la vita, per questo é importante evitare tanti contatti con le persone, lavarsi spesso le mani e usare la mascherina per uscire. 
Non serve spaventarsi perché se ci si ammala ci si può curare, ma se riusciamo a non ammalarci é meglio"

Io credo che una comunicazione chiara sia doverosa. Smettiamola di credere che i bambini debbano essere tenuti all'oscuro di tutto, questo crea esattamente l'effetto contrario: la paura, il panico. 
 
La paura della morte, di ciò che non vedo e non so spiegare, può generare ansie e forte agitazione nei bambini. 

Vanno tutelati e la protezione deve partire da noi, offrendo loro una spiegazione il più possibile fedele alla realtà e semplice. 

È possibile aggiunge per chi ha paura della morte sua e dei suoi cari:

"La morte per una malattia come questa é una cosa molto brutta, e per fortuna molto rara, capita a pochissime persone; ma voglio che tu sappia che la tua vita non é in pericolo e se dovessi ammalarti tu o noi, non preoccuparti, ci curiamo"

Non lasciate nulla alla loro interpretazione e rispondete alle domande in modo chiaro e semplice.

Evitare di andare nel panico voi per primi, ricordatevi che per i vostri figli siete sempre un esempio. 

La paura é il peggior virus, paralizza e non permette di ragionare.

 

29 luglio 2019

Sesso e tabù: come spiegarlo ai bambini

"Amore ne parliamo quando sarai più grande" oppure "chiedilo alla mamma" e viceversa "chiedi a papà" purtroppo su questo tema ci trasciniamo un retaggio di generazioni di tabù, di vergogna, ma essere evasivi non aiuta i nostri bambini.

Pisellino o patatina?
Questo è il livello della nostra "educazione sessuale" a partire dai 8/10 anni -se ci va bene- il resto è un tabù. 
Ogni scoperta è lasciata alla casualità e al livello di curiosità del bambino, che scoprirà tutti i tabù sul sesso da qualche amico più sgamato o (peggio) da qualche sito. Cosi imparerà la tecnica, i termini, il piacere da solo, ma nessuno gli spiegherà il rispetto, la libertà di scelta, i tempi e il valore delle persone.
Probabilmente vi scandalizzerò dicendo che l'educazione sessuale deve iniziare dai 3 anni, lo so, non nego che ho delle resitenze anch'io: la religione e la società in cui viviamo ci ha insegnato a vivere questa sfera naturale con imbarazzo e senso di colpa, a negare, a non parlare, omettere e nascondere. Oltre al sesso anche la nudità in casa è spesso un tabù.
Di contro invece la cultura popolare, internet, i media, espongono i nostri figli ad una serie infinita di messaggi sessuali, spesso irrealistici, modelli da imitare e sicuramente poco sani e lontani dalla normalità. 
Il sesso ci circonda eppure siamo riluttanti a parlarne, forse dobbiamo solo imparare a parlarne apertamente.
Restare aperti, senza giudizio, senza imbarazzo permetterebbe ai ragazzi di poter capire meglio, semplicemente chiedendo e parlando di quello che provano. 



Facciamo in modo che i bambini si sentano liberi di poter chiedere, di potersi aprire senza temere di essere giudicati, di potersi rivolgere a noi in qualsiasi momento e su qualsiasi tema raccontando esperienze, condividendo in modo limpido e sincero. 
Ammetto che non è cosa semplice, noi stessi siamo cresciuti con input legati alla sessualità neganti e sopprimenti, invece al contrario parlarne con sincerità è la strategia migliore. Secondo voi: se non dovessero ricevere le risposte da noi perché si sentono giudicati o si vergognano, non andranno a cercarle altrove? La curiosità li spingerà  scoprire da soli o ad affidarsi a qualcuno al posto nostro...





L'informazione è potere, sempre e per tutto, omettere e nascondere è estremamente stupido. 

Si ma come?

1. L'educazione al sesso non dovrebbe essere facoltativa e neanche un tabù: è un diritto dei bambini, perché possano vivere liberamente rispettandosi e proteggendosi. 
Partendo dall'idea di rispettare un diritto, si restituisce fiducia e autoefficacia ai bambini: il corpo è mio e decido io per me. Decidere del proprio corpo significa anche poter dare dei confini agli altri e poter dire di no. Ad esempio, se una persona invade troppo il nostro spazio personale, ci abbraccia troppo spesso e forte, se qualcuno prende in giro il nostro corpo, oppure ci infastidisce, possiamo dire di no, spiegare, essere accolti ed ascoltati nelle nostre scelte. Il valore del consenso e dei propri diritti previene i crimini sessuali e la distorsione della sessualità. 


2. Partendo dai diritti possiamo arrivare al secondo step: dare il giusto nome alle cose. In Italia è abbastanza diffusa la tendenza a dare nomignoli alle parti intime, anziché chiamarli con il nome anatomicamente corretto "vagina" e "pene". Per pudore? Vergogna? Sicuramente è questo il motivo.
Possiamo scegliere dei giochi per i più piccoli oppure delle fiabe illustrate, dei cartoni. 
@plannedparenthood una associazione Americana attiva in tutto il mondo per la salute sessuale e riproduttiva, raccomanda di parlare di sesso con i bambini fin da piccoli, fin dalla scuola dell'infanzia.
Imparare i termini corretti delle parti intime contribuisce a creare un'immagine positiva di sè stessi, oltre che maggior sicurezza e migliore comunicazione genitori-figli. 




3. Leggete libri che parlano del corpo utilizzando i termini giusti, parlate apertamente della riproduzione, siate chiari e non vergognatevi. Incoraggiate l'empatia e non giudicate. 
Purtroppo sulla questione libri siamo ancora molto arretrati, se fate una ricerca veloce vi renderete conto che per i piccoli si trovano solo: farfalline e pisellini, cicogne e api, ecc, ecc, ecc...cercate voi delle immagini e raccontate storie d'amore e rispetto. l'unico testo che parla utilizzando i termini corretti è questo: Programma-educazione-sessuale-3-6-anni già il titolo mette ansia, ma mi pare sempre meglio di fiori, api e cicogne...




4. Sentitevi a vostro agio in casa, liberi di mostrarvi nudi e cercate di non parlare male del vostro corpo e di non giudicare l'aspetto fisico di altre persone. E' il primo passo per evitare di farli sentire inadeguati o imperfetti. 








5. Parlate di sesso e tecnologia: dei media, dei social, dei diritti e dei doveri. Iniziate ad ascoltare i vostri figli, insegnate loro ad usare sempre la gentilezza e l'empatia, le parole possono ferire, soprattutto sui social. Rispettate le loro idee, i loro silenzi e i tempi con cui decidono di parlarvi e badate anche al vostro modo di esprimervi, non dovete moralizzarli o inibirli, fate domande aperte e ascoltate prima di dire la vostra. 


Forza e coraggio, la sincerità e l'informazione sono potere


27 maggio 2019

Eravamo già stati in questo parco acquatico spettacolare, almeno 6 anni fa, senza figli e con tutto il tempo e le energie per stare a galla a goderci prima il divertimento e poi il relax...

Siete curiosi di sapere com'è andata oggi con la family al completo? Posso dirvi che le bambine avevano l'adrenalina a mille, non sono state ferme un secondo e si sono divertite tantissimo! Al ritorno in macchina sono crollate dopo 3 minuti di viaggio, a casa hanno mangiato tutto con una voracità da concorrente dell'isola dei famosi e -mentre scrivo questo post- ne ho una mezza addormentata in braccio.

Il parco è l'ideale per famiglie, noi siamo stati in un giorno feriale atipico: oggi le scuole erano chiuse per le elezioni, fuori faceva freddo, ed era pieno di bambini. Siamo stati accolti benissimo, lo staff ci ha spiegato tutti i servizi e ci indirizzati. Lo spogliatoio -pulitissimo- é enorme, possono entrare anche i passeggini (anche all'interno del parco) ed è presente una zona nursery con fasciatoi morbidi e puliti, sia nello spogliatoio femminile, che in quello maschile. Se posso trovare un neo, suggerisco di pensare ad uno spogliatoio famigliare, perché aimè nel 99% dei casi, le mamme sono lasciate sole a vestire, svestire e docciare svariati figli e figliastri...

Nella zona docce sono presenti dei seggiolini a parete muniti di cinture, per permettere alle mamme di farsi una doccia senza perdere la dignità 🙈 io questo particolare l'ho apprezzato moltissimo.

Entriamo nel parco...

La vasca centrale simula il mare, parte con l'acqua molto bassa e arriva a 130 cm. Ciclicamente vengono azionate le onde, per i bambini é uno spasso! Le nostre piccole, Rebecca e Olivia hanno nuotato da sole con il tubo, fornito dalla piscina: loro i braccioli li detestano e al corso di nuoto hanno imparto con il tubo.

Vicino alla vasca centrale, é presente Angela una bravissima fotografa, che su richiesta e senza obbligo scatta foto ricordo direttamente in acqua. A fine giornata potete decidere di acquistare qualche stampa oppure la chiavetta. 

La vasca che simula corrente è spassosissima per grandi e piccini, l'acqua é alta 130 cm ed essendoci la corrente é necessario saper nuotare, oppure entrare accompagnati. Subito di fianco -senza uscire dall'acqua- è presente una vasca relax con sedute e una idromassaggio. 

La zona bimbi ha diverse attrazioni, scivoli di diversa misura e altezza e mini vasche per i piccolissimi. Inutile dire che qui le bambine sono impazzite dalla gioia 🤩 é presente una zona bimbi asciutta che durante il week end (che sfiga aver deciso di andare in settimana) intrattiene i bambini, permettendo -magari- ai genitori di godere della Spa.

Dalla parte opposta ci sono gli scivoli! Quelli più ripidi sono consentiti a bambini alti almeno  130 o 140 cm e sono da brivido, ricchi di colori e luci e con pendenze pazzesche! Lo scivolo dei più piccoli dai 3 anni fino a 130 cm ha una bella pendenza e ha l'effetto onda. Rebecca aveva paura, ma Olivia con una faccia che fingeva sicurezza e divertimento, è scesa 2 o 3 volte!

Si affaccia su tutto il parco la zona ristorante per consumare il pranzo o la merenda portata da casa oppure acquistare panini, insalate e hot dog. In questa zona i tavoli sono ben puliti e ci sono diversi seggioloni per bambini. 

Arriviamo finalmente alla zona Spa. Qui l'accesso é vietato ai minori di 15 anni, voi direte: ma perché? Non è giusto. Io invece la trovo la scelta più sensata che possa esserci, posso elencarvi mille mila motivi, ad esempio: per chi è single o coppia, per chi è esaurito, per staccare dai figli, per riposare e rilassarsi senza sentire le urla di bambini super eccitati. Per godere della quiete, e che quiete! La zona piscina con cascate d'acqua, grotte sensoriali, e una parte esterna per godere guardando il tempo brutto e stando al calduccio. Le grotte di vapore enormi (mai viste così grandi), la sauna e la grotta di sale.

Se solo avessi potuto godermi la spa per più di 10 minuti, le mie figlie mi reclamavano...🙈

All'esterno ci sono diversi giochi d'acqua per bambini, non ho potuto testare perché pioveva ed era chiuso. 

Nel complesso posso dire che ci tornerei senz'altro! E voi che aspettate?

Acquaworld a Concorezzo


Foto by Angela

15 maggio 2019

Meglio fuori o dentro? Tutta la vita fuori!

Per affrontare questo tema bisogna  prima sfatare il mito del freddo che fa ammalare i bambini. É un retaggio del passato, quando le case non erano riscaldate e i vestiti erano inadeguati alle temperature. Oggi questo problema non sussiste, per fortuna, quindi coprirsi bene e uscire!

Il freddo non fa ammalare.

Anzi, passare del tempo all'aperto fa bene alla salute e allo sviluppo psicofisico, anche quando la stagione e le temperature sono più rigide. 

Spesso i genitori un po' per lo stile di vita, un po' per i ritmi frenetici di lavoro, dedicano poco tempo alle attività di famiglia all'aperto, oppure le organizzano esclusivamente nel week end, prediligendo durante la settimana attività individuali al chiuso. 

Una sana abitudine a partire dall'infanzia é riuscire ad organizzare attività all'aperto e movimento in modo regolare, non solo nel week end. Sono tantissimi i vantaggi che posso generarsi questa buona abitudine. 

Il movimento e lo sviluppo motorio si affinano e l'attivitá motoria riduce il rischio di obesità e malattie cardiache.

Lo sviluppo psicofisico é collegato alla componente motoria, nei bambini abituati a stare all'aperto noteremo piu spesso:

• maggior spirito di iniziativa e socialità 

• senso dell'orientamento e curiosità per l'ambiente

• bassa incidenza dell'obesità

• minor probabilitá di contrarre virus influenzali

• maggiore capacità di comprensione linguistica

Inoltre all'aperto gli stimoli sensoriali sono molteplici e la percezione di essi si arricchisce. 

Anche la socialità trae dei benefici dallo stare all'aperto: più facilmente si incontrano altre persone, ci si conosce e si fa amicizia. 

Germi, batteri, virus si moltiplicano più facilmente negli ambienti caldi e chiusi, di conseguenza negli spazi aperti e freddi faticano a riprodursi e muoiono. 

Inoltre all'aperto é più difficile che ci sia trasmissione di un virus, lo spazio é ampio e i contatti meno promiscui rispetto ad un ambiente chiuso, come un nido o una scuola. 

Mi pare già tanto così, ma c'è di più! 

Il sole. 

Fonte naturale di vitamina D: stare all'aperto d'estate e poter esporre la nostra pelle ai raggi solari ci permette di arricchirci di questa preziosa vitamina. I pediatri consigliano comunque di integrarla nei mesi invernali, quando il sole non é costante e la nostra esposizione é limitata al viso.



18 dicembre 2018

Laboratorio di Bruno Munari per sperimentare l'autonomia



“Capire che cos'è l’arte è un interesse (inutile) dell’adulto”

"Capire come si fa a farla è invece un interesse autentico del bambino"
 
In questa riflessione Alberto Munari, (figlio di Bruno Munari) docente di psicologia dell'educazione all'Università di Ginevra, indica il principio essenziale del metodo.
Le idee non vengono proposte dagli adulti, nascono dalla sperimentazione, secondo il principio didattico: "Non dire cosa fare ma come".
Il metodo Munari si basa sul fare, sull'agire, affinchè i bambini possano esprimersi liberamente senza l'interferenza degli adulti, diventando autonomi e indipendenti e imparando a risolvere i problemi da soli. 

"Aiutami a fare da me" 

Questo è anche il motto di Maria Montessori, la Pedagogista in assoluto, che ha tutta la mia ammirazione.


Nell'espressione artistica, e nel gioco (e basta, lo voglio sottolineare perché non pensiate che sono permessivista, anzi) sono contraria all'imposizione, e propongo il fare, l'agire, lo sperimentare, cercare e scoprire da soli, in modo autonomo.



Grazie a Munari che mi ha dato l'idea con il suo famoso laboratorio, ho sperimentato con Rebecca una tecnica che unisce cibo -o meglio avanzi, perché non si butta via niente- e arte...basta affettare un pezzo di sedano, tagliare una mela a metá, un ciuffetto di rosmarino e un cespo di insalata per creare dei timbri e immaginare di disegnare un mondo di fantasia...









#brunomunari
#laboratoriodibrunomunari



16 dicembre 2018

Pannolini lavabili: sì o no?

La popolarità dei pannolini lavabili sta crescendo giorno dopo giorno e i genitori di tutto il mondo ne stanno riconoscendo i benefici, un ritorno al passato? Direi di no, piuttosto una nuova consapevolezza, vediamo perché sceglierli:

MIGLIORI PER TE GENITORE – Puoi risparmiare €€€. Anche l’utilizzo di un solo pannolino lavabile al giorno ti permetterà di risparmiare. Nei primi tre mesi di vita il bambino esige un cambio di circa 10 pannolini al giorno e stando su una fascia di prezzo medio-bassa la spesa di aggira sui 200/300€ circa. Nei mesi successivi la necessità dei cambi cala, ma restiamo sempre sui 6/7 cambi al giorno che per 9 mesi sono 400/500€ circa. E siamo arrivati all’anno, ora aggiungiamo altri 500/600€ per arrivare a due anni e se i calcoli sono corretti la vostra spesa si attesterà intorno ai 1200/1400€; io sono stata bassa considerando una fascia di pannolini a prezzo basso (0,21 circa al pezzo). Se posticipate di 1 anno lo spannolinamento dovete aggiungere altri 500/600€.
In set di pannolini lavabili vi costa da 100 ai 300 € a seconda della scelta che fate.

MIGLIORI PER IL BEBÈ -  I pannolini lavabili utilizzano tessuti tecnici e super assorbenti al posto dei gel chimici irritanti presenti nei tradizionali pannolini monouso.

MIGLIORI PER L’AMBIENTE – Sono 6 i milioni di pannolini in plastica monouso che vengono gettati ogni giorno in Italia. Ogni pannolino impiega più di 500 anni a decomporsi. Scegliere i pannolini lavabili è anche una misura necessaria se pensiamo al problema dello smaltimento dei rifiuti: in Italia nascono ogni anno circa 560mila bambini, cui corrispondono più di 3 miliardi e mezzo di pannolini e ben 613mila tonnellate di rifiuti!

C’è, infine, chi i pannolini non li usa del tutto: seguendo i suggerimenti del movimloento di matrice americana Diaper free babies ovvero “Bimbi liberi dal pannolino”, mamma e papà si sintonizzano sui segnali del bebé e intuiscono quando deve fare pipì. Questi genitori hanno tutta la mia stima, approvo e guardo con sincera ammirazione chi riesce a fare tutto questo. Ci sembrerà strano, o addirittura folle, ma ci sono varie culture nel mondo, in cui si tratta di un’usanza normale (e le mamme di quei Paesi si stupiscono molto quando sentono che i nostri bimbi “se la fanno addosso”).
Come sempre, io vi invito a rifletterci. Queste alternative potrebbero rappresentare una soluzione per voi, oppure potete optare per una soluzione personalizzata, mixando diverse modalità: un po’ usa e getta, un po’ lavabili, un po’ culetto all’aria d’estate per abituarli a riconoscere gli stimoli. Nessuna strada è a senso unico.
Si prova, si valuta, si sperimenta e si decide al meglio per i nostri figli.

Io ho provato e vi consiglio i pannolini Bambino Mio, azienda inglese che fornisce alle mamme e papà di tutto il mondo una vasta gamma di prodotti premiati: i moderni pannolini lavabili, costumini contenitivi, mutandine allenatrici e accessori per il bebè che sono migliori per il genitore, per il bebè e per l’ambiente!





#bambinomio #pannolinilavabili #vivilavabile #miosolo

11 dicembre 2018

Un gioco eco-sostenibile? FacileA!


Oggi vi parlo di una linea di giocattoli a basso impatto ambientale -sapete quanto ci tengo- e prodotti in Italia, precisamente in Veneto.

Questi giocattoli di cartone sono stati realizzati con supervisione pedagogica, pensati per essere interamente costruiti e colorati dai bambini a partire dai 3 anni. Noi che amiamo il fai da te li abbiamo provati, anche se Rebecca ha 2 anni e mezzo, io l’ho aiutata a costruirli, ma lei si è divertita molto a incollare e colorare.


Mi è piaciuto molto costatare che questi giocattoli affinino le capacità oculo manuali e stimolino creatività e fantasia dei bambini, che costruendo riscoprono la soddisfazione di un gioco costruttivo e sano, cosa ormai rara nei giochi in commercio.
Per questo motivo ho deciso di parlarvi e di sostenere questa iniziativa italiana, eco-sostenibile e istruttiva. 


FacileA offre anche la possibilità di fare beneficenza: comprando un gioco, si può scegliere di donarne uno all’Associazione progetto Sorriso. I Clown-dottori li distribuiranno ai bambini degli ospedali che hanno aderito all’iniziativa.
Quando siete in dubbio, scegliete per un regalo stimolante, non ve ne pentirete!


www.facileA.it utilizza il codice sconto CLB09

1 dicembre 2018

C'era una volta...l'importanza della fiaba narrata

La lettura di fiabe è importante fin da piccolissimi per lo sviluppo e la crescita dei bambini. 
Bruner sosteneva che le fiabe fossero importantissime per lo sviluppo del pensiero narrativo, quella capacità cognitiva grazie a cui le persone strutturano e danno significato alla propria vita.  
Rappresenta uno spazio esclusivo, dove il tempo si ferma e l'attenzione del bambino è focalizzata sulle parole, sulle immagini e la sua fantasia galoppa. 
Il bambino ha bisogno di sentirsi narrare gli eventi, ha la necessità di conoscere, esplorare, capire, ascoltare; già verso i 2/3 anni (alcuni anche prima) manifesta spontaneamente il desiderio di sentirsi narrare una fiaba e inizia a distinguere realtà (sequenzialità, aspetti logici, rapporti causa/effetto) da fantasia (personaggi e azioni irreali che trasgrediscono la logica).





La fiaba contribuisce anche allo sviluppo di un linguaggio sempre più ricco, grazie ai nuovi vocaboli, ai tempi verbali, e ai modi di dire. Importante è anche lo sviluppo emotivo che le fiabe offrono: i bambini si immedesimano, si affezionano e sperimentano le emozioni -positive e negative- che la fiaba contiene. 
Offrite ai bambini l'opportunità di crescere ascoltando anche fiabe senza lieto fine, che siano adatte all'età, ma senza il classico finale positivo. Considerate che il beneficio delle fiaba sta proprio nel fatto che le emozioni si possono vivere accanto al genitore, in modo tutelato e in uno spazio protetto. In questo modo per il bambino sarà più facile affrontare alcune paure o preoccupazioni della vita reale, come la morte o la separazione. 
La sincerità e la trasparenza aiutano sempre, ma sono verosimilmente da modulare e valutare sulla base delle caratteristiche del proprio piccolo.  
Un altro aspetto che mi piace sottolineare è quello della socialità: il bambino impara modi di relazionarsi, di collaborare e di essere solidali attraverso i racconti. Ma impara anche i conflitti la gelosia e situazioni di frode e di inganno. Questi saranno spunti interessanti per iniziare ad insegnare la correttezza, i valori e come è meglio comportarsi. 
Possiamo utilizzare le fiabe con l'intento di educare, valorizzando comportamenti e aspetti positivi a scapito dei comportamenti inappropriati; il bambino con il tempo coglierà il messaggio che volgiamo fargli arrivare. 
Non trascuriamo il fatto che la fiaba può diventare una routine, quindi uno spazio prevedibile, riservato, autentico e molto apprezzato dai bimbi che amano la certezza e il senso di sicurezza che solo la ripetibilità garantisce. 

E voi, leggete con i vostri figli?

Rebecca legge "Lo Schiaccianoci" ed. Usborne Fiabe Cucù









































#libriperbambini
#importanzadellefavole
#leggere
#usborne

23 novembre 2018

Ma perchè non mangia più?: l'inappetenza questa insopportabile disavventura

Siete nel pieno dei mesi felici, il vostro cucciolo è bello grassottello, sfiora il 97° percentile nella tabella del peso e mangia tutto, ma proprio tutto, con appetito e senza intoppi.



Ma ad un tratto, verso l'anno e mezzo, inizia piano piano a dire di no ai piatti classici che prima andavano alla grande, e così il menù si assottiglia sempre di più fino a farvi dubitare della vostra cucina.
Ma no! il problema non siete voi, ne tanto meno la vostra cucina, tranquille mamme.

Il problema è sempre e solo uno: il bambino sta crescendo e cresce insieme a lui la sua identità, l'affermazione di sè stesso, la lenta conquista all'autonomia e di conseguenza si fa strada l'opposizione, il no. Cerchiamo di vederla in chiave positiva, almeno proviamoci, l'ostinazione del bambino è un ottimo segnale di sviluppo, sta andando tutto come dovrebbe andare, il bambino
Da lì a pochi mesi vi renderete conto di quanto l'inappetenza sia il lato migliore dei "terrible two", ma di questo abbiamo già parlato (I terribili due).

Tornando al tema del rifiuto del cibo, non dovete spaventarvi, i bambini sanno autoregolarsi, secondo i pediatri bisognerebbe prestare maggior attenzione al problema contrario.
Vediamo come superare il momento tenendo i nervi saldi e utilizzando qualche piccolo accorgimento.

Variare il menù
Sembra scontato, ma tante mamme insistono, insistono e insistono con la pasta al pomodoro e la cotoletta. Avendo scelto l'autosvezzamento e avendo una duenne che mangia la pasta con le vongole, l'indiano, la cipolla cruda, ama il gorgonzola e le degustazioni di formaggi con contrasti, per noi variare era già all'ordine del giorno, quindi abbiamo provato ad introdurre i condimenti (olio extravergine, aceto di mele o balsamico, gommasio), le spezie (curcuma, curry, peperoncino, zaatar, garam e tandoori masala) e i tipi di cottura diversi (barbecue, vapore, padella o al forno) e infine le ricette.
Ha funzionato? nel nostro caso variare è un'esigenza, quindi lo facciamo spesso e devo dire che funziona abbastanza bene, ma non così bene da risolvere del tutto la questione inappetenza.

Tutti a tavola!
Mangiate tutti insieme, anche questo sembra banale, ma ricordate che siete voi il primo esempio per i vostri figli. Quello che fate voi, vogliono farlo anche loro. Quindi date anche il buon esempio, mangiando bene, con calma e tutto. Lasciate i nervosismi e le angosce lontane quando siete a tavola insieme e insegnate la buona educazione.

La bellezza del cibo
Le pappe sono orrende, cerchiamo di offrire dei piatti allettanti anche dal punto di vista estetico. Inoltre suggerisco di stimolare i bambini soffermandovi sui particolari che possano incuriosirli: "guarda che bel colore questa melanzana" "senti che profumo invitante".

Distrarre dall'ostinazione
A volte succede che a scatenare l'inappetenza, sia qualcosa che fa innervosire il bambino (il bicchiere di un colore diverso, la forchetta anzichè il cucchiaio), non fissiamoci sul capriccio, andiamo oltre e portiamo l'attenzione altrove. Nel nostro caso funzionano molto bene le storie inventate su due piedi o un bel libro. Se volete, potete mettere un cartone, noi abbiamo deciso di limitarlo al minimo, perchè non vogliamo che diventi routine, ma funziona e può essere una soluzione.

Il folletto del dolcetto
Questa è un'invenzione che ci ha salvati da molti rifiuti e tutt'ora la utilizziamo tanto. Se Rebecca mangia tutto o buona parte, il folletto le farà recapitare un dolcetto a sorpresa (attenzione: non un premio, non deve diventare un gioco a premi). Il dolcetto è quasi sempre diverso, mai esagerato ed è incartato tutte le volte in modo diverso: utilizzo sacchetti, scatole, scatoline, lacci, nastri, elastici e tutto quello che trovo per farla divertire ancora di più nel tentare di scartarlo.

Non insistere
E' giusto proporre di assaggiare, ma non con insistenza, diventerebbe una lotta e a perdere sareste voi.
Se rifiuta con determinazione, riproporrete più avanti.


E voi che stratagemmi utilizzate?







#inappetenza
#terribilidue
#terribletwo







18 novembre 2018

Un Natale eco-artistico: palline di Natale per bambini

Con i bambini non serve comprare molto, ho notato che più il prodotto é "fai da te" più loro si divertono. 

Già perché dovete sapere che tengo da parte tante cose che potrei buttare, per la gioia di mio marito che mi chiama "La gattara accumulatrice" quando poi peró le sue figlie si divertono si rimangia tutto...🙄

In questi mesi ho tenuto da parte i coperchi delle scatole di polistirolo del pesce fresco che ci arriva con Cortilia tutte le settimane e.adesso che arriva il Natale posso finalmente utilizzarle 🤟🏻

Cosa serve?

Polistirolo in fogli o pezzi da riciclo

Formine per i biscotti

Tempere

Brillantini

Utilizzare gli stampa biscotti per intagliare il polistirolo, più é sottile il figlio, meno fatica fate e la resa é migliore. Il mio ovviamente era bello spesso 😂.

E ora? 

Pitturare e glitterare a piacere 😊

Ed ecco a voi le nostre magiche palline di Natale!!!


I vostri bimbi si divertiranno un sacco!

Manca solo un piccolo passaggio...con ago e filo, forate le palline da parte a parte a lasciate il filo per appendere alla finestra o direttamente sull'albero!