29 luglio 2019

Sesso e tabù: come spiegarlo ai bambini

"Amore ne parliamo quando sarai più grande" oppure "chiedilo alla mamma" e viceversa "chiedi a papà" purtroppo su questo tema ci trasciniamo un retaggio di generazioni di tabù, di vergogna, ma essere evasivi non aiuta i nostri bambini.

Pisellino o patatina?
Questo è il livello della nostra "educazione sessuale" a partire dai 8/10 anni -se ci va bene- il resto è un tabù. 
Ogni scoperta è lasciata alla casualità e al livello di curiosità del bambino, che scoprirà tutti i tabù sul sesso da qualche amico più sgamato o (peggio) da qualche sito. Cosi imparerà la tecnica, i termini, il piacere da solo, ma nessuno gli spiegherà il rispetto, la libertà di scelta, i tempi e il valore delle persone.
Probabilmente vi scandalizzerò dicendo che l'educazione sessuale deve iniziare dai 3 anni, lo so, non nego che ho delle resitenze anch'io: la religione e la società in cui viviamo ci ha insegnato a vivere questa sfera naturale con imbarazzo e senso di colpa, a negare, a non parlare, omettere e nascondere. Oltre al sesso anche la nudità in casa è spesso un tabù.
Di contro invece la cultura popolare, internet, i media, espongono i nostri figli ad una serie infinita di messaggi sessuali, spesso irrealistici, modelli da imitare e sicuramente poco sani e lontani dalla normalità. 
Il sesso ci circonda eppure siamo riluttanti a parlarne, forse dobbiamo solo imparare a parlarne apertamente.
Restare aperti, senza giudizio, senza imbarazzo permetterebbe ai ragazzi di poter capire meglio, semplicemente chiedendo e parlando di quello che provano. 



Facciamo in modo che i bambini si sentano liberi di poter chiedere, di potersi aprire senza temere di essere giudicati, di potersi rivolgere a noi in qualsiasi momento e su qualsiasi tema raccontando esperienze, condividendo in modo limpido e sincero. 
Ammetto che non è cosa semplice, noi stessi siamo cresciuti con input legati alla sessualità neganti e sopprimenti, invece al contrario parlarne con sincerità è la strategia migliore. Secondo voi: se non dovessero ricevere le risposte da noi perché si sentono giudicati o si vergognano, non andranno a cercarle altrove? La curiosità li spingerà  scoprire da soli o ad affidarsi a qualcuno al posto nostro...





L'informazione è potere, sempre e per tutto, omettere e nascondere è estremamente stupido. 

Si ma come?

1. L'educazione al sesso non dovrebbe essere facoltativa e neanche un tabù: è un diritto dei bambini, perché possano vivere liberamente rispettandosi e proteggendosi. 
Partendo dall'idea di rispettare un diritto, si restituisce fiducia e autoefficacia ai bambini: il corpo è mio e decido io per me. Decidere del proprio corpo significa anche poter dare dei confini agli altri e poter dire di no. Ad esempio, se una persona invade troppo il nostro spazio personale, ci abbraccia troppo spesso e forte, se qualcuno prende in giro il nostro corpo, oppure ci infastidisce, possiamo dire di no, spiegare, essere accolti ed ascoltati nelle nostre scelte. Il valore del consenso e dei propri diritti previene i crimini sessuali e la distorsione della sessualità. 


2. Partendo dai diritti possiamo arrivare al secondo step: dare il giusto nome alle cose. In Italia è abbastanza diffusa la tendenza a dare nomignoli alle parti intime, anziché chiamarli con il nome anatomicamente corretto "vagina" e "pene". Per pudore? Vergogna? Sicuramente è questo il motivo.
Possiamo scegliere dei giochi per i più piccoli oppure delle fiabe illustrate, dei cartoni. 
@plannedparenthood una associazione Americana attiva in tutto il mondo per la salute sessuale e riproduttiva, raccomanda di parlare di sesso con i bambini fin da piccoli, fin dalla scuola dell'infanzia.
Imparare i termini corretti delle parti intime contribuisce a creare un'immagine positiva di sè stessi, oltre che maggior sicurezza e migliore comunicazione genitori-figli. 




3. Leggete libri che parlano del corpo utilizzando i termini giusti, parlate apertamente della riproduzione, siate chiari e non vergognatevi. Incoraggiate l'empatia e non giudicate. 
Purtroppo sulla questione libri siamo ancora molto arretrati, se fate una ricerca veloce vi renderete conto che per i piccoli si trovano solo: farfalline e pisellini, cicogne e api, ecc, ecc, ecc...cercate voi delle immagini e raccontate storie d'amore e rispetto. l'unico testo che parla utilizzando i termini corretti è questo: Programma-educazione-sessuale-3-6-anni già il titolo mette ansia, ma mi pare sempre meglio di fiori, api e cicogne...




4. Sentitevi a vostro agio in casa, liberi di mostrarvi nudi e cercate di non parlare male del vostro corpo e di non giudicare l'aspetto fisico di altre persone. E' il primo passo per evitare di farli sentire inadeguati o imperfetti. 








5. Parlate di sesso e tecnologia: dei media, dei social, dei diritti e dei doveri. Iniziate ad ascoltare i vostri figli, insegnate loro ad usare sempre la gentilezza e l'empatia, le parole possono ferire, soprattutto sui social. Rispettate le loro idee, i loro silenzi e i tempi con cui decidono di parlarvi e badate anche al vostro modo di esprimervi, non dovete moralizzarli o inibirli, fate domande aperte e ascoltate prima di dire la vostra. 


Forza e coraggio, la sincerità e l'informazione sono potere


27 maggio 2019

Eravamo già stati in questo parco acquatico spettacolare, almeno 6 anni fa, senza figli e con tutto il tempo e le energie per stare a galla a goderci prima il divertimento e poi il relax...

Siete curiosi di sapere com'è andata oggi con la family al completo? Posso dirvi che le bambine avevano l'adrenalina a mille, non sono state ferme un secondo e si sono divertite tantissimo! Al ritorno in macchina sono crollate dopo 3 minuti di viaggio, a casa hanno mangiato tutto con una voracità da concorrente dell'isola dei famosi e -mentre scrivo questo post- ne ho una mezza addormentata in braccio.

Il parco è l'ideale per famiglie, noi siamo stati in un giorno feriale atipico: oggi le scuole erano chiuse per le elezioni, fuori faceva freddo, ed era pieno di bambini. Siamo stati accolti benissimo, lo staff ci ha spiegato tutti i servizi e ci indirizzati. Lo spogliatoio -pulitissimo- é enorme, possono entrare anche i passeggini (anche all'interno del parco) ed è presente una zona nursery con fasciatoi morbidi e puliti, sia nello spogliatoio femminile, che in quello maschile. Se posso trovare un neo, suggerisco di pensare ad uno spogliatoio famigliare, perché aimè nel 99% dei casi, le mamme sono lasciate sole a vestire, svestire e docciare svariati figli e figliastri...

Nella zona docce sono presenti dei seggiolini a parete muniti di cinture, per permettere alle mamme di farsi una doccia senza perdere la dignità 🙈 io questo particolare l'ho apprezzato moltissimo.

Entriamo nel parco...

La vasca centrale simula il mare, parte con l'acqua molto bassa e arriva a 130 cm. Ciclicamente vengono azionate le onde, per i bambini é uno spasso! Le nostre piccole, Rebecca e Olivia hanno nuotato da sole con il tubo, fornito dalla piscina: loro i braccioli li detestano e al corso di nuoto hanno imparto con il tubo.

Vicino alla vasca centrale, é presente Angela una bravissima fotografa, che su richiesta e senza obbligo scatta foto ricordo direttamente in acqua. A fine giornata potete decidere di acquistare qualche stampa oppure la chiavetta. 

La vasca che simula corrente è spassosissima per grandi e piccini, l'acqua é alta 130 cm ed essendoci la corrente é necessario saper nuotare, oppure entrare accompagnati. Subito di fianco -senza uscire dall'acqua- è presente una vasca relax con sedute e una idromassaggio. 

La zona bimbi ha diverse attrazioni, scivoli di diversa misura e altezza e mini vasche per i piccolissimi. Inutile dire che qui le bambine sono impazzite dalla gioia 🤩 é presente una zona bimbi asciutta che durante il week end (che sfiga aver deciso di andare in settimana) intrattiene i bambini, permettendo -magari- ai genitori di godere della Spa.

Dalla parte opposta ci sono gli scivoli! Quelli più ripidi sono consentiti a bambini alti almeno  130 o 140 cm e sono da brivido, ricchi di colori e luci e con pendenze pazzesche! Lo scivolo dei più piccoli dai 3 anni fino a 130 cm ha una bella pendenza e ha l'effetto onda. Rebecca aveva paura, ma Olivia con una faccia che fingeva sicurezza e divertimento, è scesa 2 o 3 volte!

Si affaccia su tutto il parco la zona ristorante per consumare il pranzo o la merenda portata da casa oppure acquistare panini, insalate e hot dog. In questa zona i tavoli sono ben puliti e ci sono diversi seggioloni per bambini. 

Arriviamo finalmente alla zona Spa. Qui l'accesso é vietato ai minori di 15 anni, voi direte: ma perché? Non è giusto. Io invece la trovo la scelta più sensata che possa esserci, posso elencarvi mille mila motivi, ad esempio: per chi è single o coppia, per chi è esaurito, per staccare dai figli, per riposare e rilassarsi senza sentire le urla di bambini super eccitati. Per godere della quiete, e che quiete! La zona piscina con cascate d'acqua, grotte sensoriali, e una parte esterna per godere guardando il tempo brutto e stando al calduccio. Le grotte di vapore enormi (mai viste così grandi), la sauna e la grotta di sale.

Se solo avessi potuto godermi la spa per più di 10 minuti, le mie figlie mi reclamavano...🙈

All'esterno ci sono diversi giochi d'acqua per bambini, non ho potuto testare perché pioveva ed era chiuso. 

Nel complesso posso dire che ci tornerei senz'altro! E voi che aspettate?

Acquaworld a Concorezzo


Foto by Angela

15 maggio 2019

Meglio fuori o dentro? Tutta la vita fuori!

Per affrontare questo tema bisogna  prima sfatare il mito del freddo che fa ammalare i bambini. É un retaggio del passato, quando le case non erano riscaldate e i vestiti erano inadeguati alle temperature. Oggi questo problema non sussiste, per fortuna, quindi coprirsi bene e uscire!

Il freddo non fa ammalare.

Anzi, passare del tempo all'aperto fa bene alla salute e allo sviluppo psicofisico, anche quando la stagione e le temperature sono più rigide. 

Spesso i genitori un po' per lo stile di vita, un po' per i ritmi frenetici di lavoro, dedicano poco tempo alle attività di famiglia all'aperto, oppure le organizzano esclusivamente nel week end, prediligendo durante la settimana attività individuali al chiuso. 

Una sana abitudine a partire dall'infanzia é riuscire ad organizzare attività all'aperto e movimento in modo regolare, non solo nel week end. Sono tantissimi i vantaggi che posso generarsi questa buona abitudine. 

Il movimento e lo sviluppo motorio si affinano e l'attivitá motoria riduce il rischio di obesità e malattie cardiache.

Lo sviluppo psicofisico é collegato alla componente motoria, nei bambini abituati a stare all'aperto noteremo piu spesso:

• maggior spirito di iniziativa e socialità 

• senso dell'orientamento e curiosità per l'ambiente

• bassa incidenza dell'obesità

• minor probabilitá di contrarre virus influenzali

• maggiore capacità di comprensione linguistica

Inoltre all'aperto gli stimoli sensoriali sono molteplici e la percezione di essi si arricchisce. 

Anche la socialità trae dei benefici dallo stare all'aperto: più facilmente si incontrano altre persone, ci si conosce e si fa amicizia. 

Germi, batteri, virus si moltiplicano più facilmente negli ambienti caldi e chiusi, di conseguenza negli spazi aperti e freddi faticano a riprodursi e muoiono. 

Inoltre all'aperto é più difficile che ci sia trasmissione di un virus, lo spazio é ampio e i contatti meno promiscui rispetto ad un ambiente chiuso, come un nido o una scuola. 

Mi pare già tanto così, ma c'è di più! 

Il sole. 

Fonte naturale di vitamina D: stare all'aperto d'estate e poter esporre la nostra pelle ai raggi solari ci permette di arricchirci di questa preziosa vitamina. I pediatri consigliano comunque di integrarla nei mesi invernali, quando il sole non é costante e la nostra esposizione é limitata al viso.



18 dicembre 2018

Laboratorio di Bruno Munari per sperimentare l'autonomia



“Capire che cos'è l’arte è un interesse (inutile) dell’adulto”

"Capire come si fa a farla è invece un interesse autentico del bambino"
 
In questa riflessione Alberto Munari, (figlio di Bruno Munari) docente di psicologia dell'educazione all'Università di Ginevra, indica il principio essenziale del metodo.
Le idee non vengono proposte dagli adulti, nascono dalla sperimentazione, secondo il principio didattico: "Non dire cosa fare ma come".
Il metodo Munari si basa sul fare, sull'agire, affinchè i bambini possano esprimersi liberamente senza l'interferenza degli adulti, diventando autonomi e indipendenti e imparando a risolvere i problemi da soli. 

"Aiutami a fare da me" 

Questo è anche il motto di Maria Montessori, la Pedagogista in assoluto, che ha tutta la mia ammirazione.


Nell'espressione artistica, e nel gioco (e basta, lo voglio sottolineare perché non pensiate che sono permessivista, anzi) sono contraria all'imposizione, e propongo il fare, l'agire, lo sperimentare, cercare e scoprire da soli, in modo autonomo.



Grazie a Munari che mi ha dato l'idea con il suo famoso laboratorio, ho sperimentato con Rebecca una tecnica che unisce cibo -o meglio avanzi, perché non si butta via niente- e arte...basta affettare un pezzo di sedano, tagliare una mela a metá, un ciuffetto di rosmarino e un cespo di insalata per creare dei timbri e immaginare di disegnare un mondo di fantasia...









#brunomunari
#laboratoriodibrunomunari



16 dicembre 2018

Pannolini lavabili: sì o no?

La popolarità dei pannolini lavabili sta crescendo giorno dopo giorno e i genitori di tutto il mondo ne stanno riconoscendo i benefici, un ritorno al passato? Direi di no, piuttosto una nuova consapevolezza, vediamo perché sceglierli:

MIGLIORI PER TE GENITORE – Puoi risparmiare €€€. Anche l’utilizzo di un solo pannolino lavabile al giorno ti permetterà di risparmiare. Nei primi tre mesi di vita il bambino esige un cambio di circa 10 pannolini al giorno e stando su una fascia di prezzo medio-bassa la spesa di aggira sui 200/300€ circa. Nei mesi successivi la necessità dei cambi cala, ma restiamo sempre sui 6/7 cambi al giorno che per 9 mesi sono 400/500€ circa. E siamo arrivati all’anno, ora aggiungiamo altri 500/600€ per arrivare a due anni e se i calcoli sono corretti la vostra spesa si attesterà intorno ai 1200/1400€; io sono stata bassa considerando una fascia di pannolini a prezzo basso (0,21 circa al pezzo). Se posticipate di 1 anno lo spannolinamento dovete aggiungere altri 500/600€.
In set di pannolini lavabili vi costa da 100 ai 300 € a seconda della scelta che fate.

MIGLIORI PER IL BEBÈ -  I pannolini lavabili utilizzano tessuti tecnici e super assorbenti al posto dei gel chimici irritanti presenti nei tradizionali pannolini monouso.

MIGLIORI PER L’AMBIENTE – Sono 6 i milioni di pannolini in plastica monouso che vengono gettati ogni giorno in Italia. Ogni pannolino impiega più di 500 anni a decomporsi. Scegliere i pannolini lavabili è anche una misura necessaria se pensiamo al problema dello smaltimento dei rifiuti: in Italia nascono ogni anno circa 560mila bambini, cui corrispondono più di 3 miliardi e mezzo di pannolini e ben 613mila tonnellate di rifiuti!

C’è, infine, chi i pannolini non li usa del tutto: seguendo i suggerimenti del movimloento di matrice americana Diaper free babies ovvero “Bimbi liberi dal pannolino”, mamma e papà si sintonizzano sui segnali del bebé e intuiscono quando deve fare pipì. Questi genitori hanno tutta la mia stima, approvo e guardo con sincera ammirazione chi riesce a fare tutto questo. Ci sembrerà strano, o addirittura folle, ma ci sono varie culture nel mondo, in cui si tratta di un’usanza normale (e le mamme di quei Paesi si stupiscono molto quando sentono che i nostri bimbi “se la fanno addosso”).
Come sempre, io vi invito a rifletterci. Queste alternative potrebbero rappresentare una soluzione per voi, oppure potete optare per una soluzione personalizzata, mixando diverse modalità: un po’ usa e getta, un po’ lavabili, un po’ culetto all’aria d’estate per abituarli a riconoscere gli stimoli. Nessuna strada è a senso unico.
Si prova, si valuta, si sperimenta e si decide al meglio per i nostri figli.

Io ho provato e vi consiglio i pannolini Bambino Mio, azienda inglese che fornisce alle mamme e papà di tutto il mondo una vasta gamma di prodotti premiati: i moderni pannolini lavabili, costumini contenitivi, mutandine allenatrici e accessori per il bebè che sono migliori per il genitore, per il bebè e per l’ambiente!





#bambinomio #pannolinilavabili #vivilavabile #miosolo

11 dicembre 2018

Un gioco eco-sostenibile? FacileA!


Oggi vi parlo di una linea di giocattoli a basso impatto ambientale -sapete quanto ci tengo- e prodotti in Italia, precisamente in Veneto.

Questi giocattoli di cartone sono stati realizzati con supervisione pedagogica, pensati per essere interamente costruiti e colorati dai bambini a partire dai 3 anni. Noi che amiamo il fai da te li abbiamo provati, anche se Rebecca ha 2 anni e mezzo, io l’ho aiutata a costruirli, ma lei si è divertita molto a incollare e colorare.


Mi è piaciuto molto costatare che questi giocattoli affinino le capacità oculo manuali e stimolino creatività e fantasia dei bambini, che costruendo riscoprono la soddisfazione di un gioco costruttivo e sano, cosa ormai rara nei giochi in commercio.
Per questo motivo ho deciso di parlarvi e di sostenere questa iniziativa italiana, eco-sostenibile e istruttiva. 


FacileA offre anche la possibilità di fare beneficenza: comprando un gioco, si può scegliere di donarne uno all’Associazione progetto Sorriso. I Clown-dottori li distribuiranno ai bambini degli ospedali che hanno aderito all’iniziativa.
Quando siete in dubbio, scegliete per un regalo stimolante, non ve ne pentirete!


www.facileA.it utilizza il codice sconto CLB09

1 dicembre 2018

C'era una volta...l'importanza della fiaba narrata

La lettura di fiabe è importante fin da piccolissimi per lo sviluppo e la crescita dei bambini. 
Bruner sosteneva che le fiabe fossero importantissime per lo sviluppo del pensiero narrativo, quella capacità cognitiva grazie a cui le persone strutturano e danno significato alla propria vita.  
Rappresenta uno spazio esclusivo, dove il tempo si ferma e l'attenzione del bambino è focalizzata sulle parole, sulle immagini e la sua fantasia galoppa. 
Il bambino ha bisogno di sentirsi narrare gli eventi, ha la necessità di conoscere, esplorare, capire, ascoltare; già verso i 2/3 anni (alcuni anche prima) manifesta spontaneamente il desiderio di sentirsi narrare una fiaba e inizia a distinguere realtà (sequenzialità, aspetti logici, rapporti causa/effetto) da fantasia (personaggi e azioni irreali che trasgrediscono la logica).





La fiaba contribuisce anche allo sviluppo di un linguaggio sempre più ricco, grazie ai nuovi vocaboli, ai tempi verbali, e ai modi di dire. Importante è anche lo sviluppo emotivo che le fiabe offrono: i bambini si immedesimano, si affezionano e sperimentano le emozioni -positive e negative- che la fiaba contiene. 
Offrite ai bambini l'opportunità di crescere ascoltando anche fiabe senza lieto fine, che siano adatte all'età, ma senza il classico finale positivo. Considerate che il beneficio delle fiaba sta proprio nel fatto che le emozioni si possono vivere accanto al genitore, in modo tutelato e in uno spazio protetto. In questo modo per il bambino sarà più facile affrontare alcune paure o preoccupazioni della vita reale, come la morte o la separazione. 
La sincerità e la trasparenza aiutano sempre, ma sono verosimilmente da modulare e valutare sulla base delle caratteristiche del proprio piccolo.  
Un altro aspetto che mi piace sottolineare è quello della socialità: il bambino impara modi di relazionarsi, di collaborare e di essere solidali attraverso i racconti. Ma impara anche i conflitti la gelosia e situazioni di frode e di inganno. Questi saranno spunti interessanti per iniziare ad insegnare la correttezza, i valori e come è meglio comportarsi. 
Possiamo utilizzare le fiabe con l'intento di educare, valorizzando comportamenti e aspetti positivi a scapito dei comportamenti inappropriati; il bambino con il tempo coglierà il messaggio che volgiamo fargli arrivare. 
Non trascuriamo il fatto che la fiaba può diventare una routine, quindi uno spazio prevedibile, riservato, autentico e molto apprezzato dai bimbi che amano la certezza e il senso di sicurezza che solo la ripetibilità garantisce. 

E voi, leggete con i vostri figli?

Rebecca legge "Lo Schiaccianoci" ed. Usborne Fiabe Cucù









































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