Così, abbaimo iniziato a provare ogni metodo, ogni orario, ogni posizione suggerita.
A colpi di sonoisterografie, analisi del sangue e del seme, compilazione meccanica di tabelle e grafici, uso di integratori, cambio dell'alimentazione, sport e movimento...abbiamo finto di non essere ossessionati dall'idea di avere figli per un altro annetto.
Ovviamente attorno a noi, un sacco di coppie in attesa, di pance floride, neogenitori felici e perfetti da copertina.
Io li avrei bruciati con il lanciafiamme se avessi potuto, tempismo perfetto, ma no, loro non avevano colpe e neanche io, neanche noi.
Era così e basta. Destino? Karma? Fato? Dharma?
Un'altra boccata di rabbia, impotenza e frustrazione.
Non potete capire -o forse si- quanto sia difficile complimentarsi ed essere felici, anche fingendo, per la gioia e l'attesa di un altra coppia, quando tu sei svuotato, sterile stanco, senza speranze e in pena per te stesso.
È così, io lo so.
Non potete capire - o forse si- quanto faccia pompare la vena, sentirsi chiedere quasi ogni giorno, quando hai intenzione di avere figli.
Per di più con un mezzo sorrisetto complice.
Ma cosa ridi? Ma che domande fai?
Se non hai argomenti parla del tempo che cambia o del tempo che passa, MAI del mio tempo che resta.
Domande inopportune al pari di questa, ne conosco pochissime.
Ho sempre pensato che le persone prive di intelligenza relazionale vadano educate, addomesticate al rispetto reciproco abituate a comportarsi.
Purtroppo però , dopo una prima fase di risposte calibrate, cortesi e politicamente corrette, ho ceduto il passo al cinismo spietato e volgare.
Qualcuno ha smesso di salutarmi, così di punto in bianco 5 o 6 anni fa.
La seconda va male e inizi a domandarti quanto complesso può essere un processo così naturale.
Al terzo tentavo fallito, inizi a pensare che qualcosa non va, anche se è presto, ma nessuno te lo dice.
Così cerchi su internet e sei già morto.
Nessuno ti dice che devi aspettare, avere pazienza, devi provare: il primo anno deve essere di tentativi, non di ansia.
Nessuno ti spiega che a volte va semplicemente così senza che tu abbia necessariamente qualcosa che non va.
Gli specialisti onesti e preparati, se la tua età lo consente, non ti prescrivono un calvario di esami, terapie e cure prima che sia passato 1 anno di tentativi.
Gli specialisti onesti non ti propongono la crioconservazione degli ovociti a 31 anni.
Gli specialisti onesti, non ti consigliano pma, fivet o icsi al se le percentuali di procreare naturalmente sono superiori al 20% di possibilità.
Fortunatamente noi, siamo stati guidati al meglio. Salvi, in parte, dall'impatto emotivo e psicologico al quale una scelta sbagliata e frettolosa ci avrebbe condotti, siamo andati avanti.
Per noi, nel secondo anno di tentativi, un sacco di esami, esiti quasi sempre nefasti, una terapia invasiva e tanti, tanti soldi.
Punture che stoppavano la vita di ovulo per 24 ore, per farlo scoppiare in un momento più certo, creme al testosterone che pompavano gli istinti e offuscavano le buone maniere, orari, giorni stabiliti e momenti di intimità a comando.
Questo succede ad un coppia che non smette di crederci.
Si spengono le luci della passione e dell'intensità e va in scena la catena di montaggio in bianco e nero.
Nessuno te lo dice, ma è così.
La coppia mette il pilota automatico.
La verità è che resti incredula.
Incredula davanti al fatto compiuto.
Incredula che due lineette, davvero, possano aver messo la museruola ai tuoi pensieri, sempre troppo disfattisti.
Incredula che quel giorno sia il tuo giorno, che quella notizia, sia la tua notizia.
Per la prima volta.
Prendi confidenza con la novità, piano, piano.
E mentre il tuo corpo inizia ad adattasi velocemente ai cambiamenti, la tua mente pigramente fa dei passi più lenti, è ancora restia.
Finché un giorno, ti ritrovi a fantasticare, inizi ad accettare, ti scopri più tollerante verso i bambini e ti senti solidale con le mamme.
Nel mio caso, giusto il tempo di abituarmi all'idea, per poi sprofondare nella più dolorosa agonia.
Sentire un cuore battere e poi non sentirlo più.
Non può capitare a me, è davvero troppo. Invece sì, capita, e anche molto spesso.
Mi sono sentita soffocare, annaspare, sopraffatta dallo sprofondare delle emozioni. Arrabbiata, triste, vuota.
Inconsolabile.
Se ci penso adesso, mi si stringe la gola, fatico ancora a parlarne.
Io e Rebecca siamo al mare, io allatto e sola con una bambina di un anno appena compiuto, provo una stanchezza appagante, quella stanchezza che ti fa crollare tutte le sere sulla stessa pagina del libro, ma che ti rende felice, piena e grata.
Poi un raffreddore estivo immotivato, che non passa, di quelli che ti fanno perdere gusto ed olfatto, una sempre più strana sensazione di spossatezza e un malessere diffuso. Ho avuto subito un sospetto, ma con altrettanta velocità ho archiviato l'ipotesi, frutto delle basse aspettative sulla mia fertilità.
Non è possibile, non è stato pianificato, non ne abbiamo parlato, era un'idea, ma non ancora chiara neanche a noi.
Così aspetto, rimando, nego, ma niente...ho un ritardo di più di 1 mese, il raffreddore passa, ma il gusto non torna e neanche l'olfatto.
Strano. Ho un deja vu.
Sono incinta per la seconda volta e per la seconda volta, fingo che non sia vero, mi proteggo per paura di crederci troppo.
Per paura di perderti.
Tutta la gravidanza procede esattamente come la prima volta, lavoro fino al settimo mese, cresco Rebecca e proseguo senza aspettative.
Poi, finalmente a metà marzo arriva Tea il mio piccolo miracolo, mi rendo conto che è tutto vero solo quando per la seconda volta sento il suo cuore attaccato al mio e il profumo della sua pelle nuova e perfetta 💜