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26 ottobre 2014

olio di palma free: si può fare!!!


Vi siete mai accorti che nei prodotti che consumiamo c'è un ingrediente aficionados che compare sempre -e non sono esagerata nel dire SEMPRE-: l'olio di palma.
In alcuni prodotti poi, come ad esempio la tanto amata crema spalmabile nutellosa al cacao abbiamo una presenza del 31% di olio di palma, 50% di zucchero, 11% nocciole, 8% cacao.
Insieme all’industria del legno, quella dell’olio di palma è la maggiore responsabile della deforestazione nel sud-est asiatico, in particolare Malesia ed Indonesia. Tra il 2000 ed il 2012 l’Indonesia ha perso 6,02 milioni di ettari di foresta tropicale (60.000 chilometri quadrati), un’area grande all’incirca come la superficie dell’intera Irlanda. E nel 2012 la deforestazione ha colpito ben 840mila ettaricontro i 460mila del Brasile. E la principale causa di tutto questo si chiama olio di palma, utilizzato nell'industria dolciaria, cosmetica, nella produzione di biodisel e di elettricità. Le foreste vengono bruciate e così sterminate vive tutte le specie che le popolano, come gli orangutan  e i loro habitat naturali.
Soffermiamoci sull'incidenza alimentare e salutare dell'olio di palma.
L'olio di palma ha un'elevato contenuto di acidi grassi saturi (circa il 50% del totale), considerati poco salutari perché tendono a far alzare i livelli di colesterolo nel sangue. Non dimentichiamo che l’olio di palma viene da zone in cui è ancora impiegato il DDT, in realtà i dosaggi effettuati finora in ambito internazionale non hanno riscontrato la presenza di queste sostanze in quantità superiori alle soglie consentite, però c’è sempre la possibilità di un effetto accumulo, critico soprattutto per i bambini. In secondo luogo, va tenuto presente il rischio di lavorazioni industriali che possano alterare il grado di pericolosità dell’olio di palma. Stiamo parlando in particolare della cosiddetta interesterificazione, un processo chimico che permette di ridistribuire e riorganizzare le molecole di acidi grassi degli oli vegetali per influenzarne le proprietà fisico-chimico. Non ci sono ancora risultati definitivi sull’argomento, ma alcuni studi preliminari suggeriscono che l’olio di palma interesterificato possa avere effetti negativi sul metabolismo dei grassi e dunque sulla salute di cuore e arterie.

Che sia chiaro: un po’ di olio di palma o un po’ di burro e latticini non fanno alcun danno se assunti nell’ambito di una dieta varia ed equilibrata, se possibile di stampo mediterraneo.
In una alimentazione corretta, dovrebbero apportare dal 20 al 35% al massimo della quota calorica giornaliera e dovrebbero essere variamente distribuiti tra saturi (non più del 7-10% delle calorie totali), monoinsaturi (fino al 20%) e polinsaturi (circa il 7%). Allo stesso tempo, però, questo non significa che si possa esagerare.
Il problema, dunque, è la quantità e in particolar modo il fatto che spesso assumiamo olio di palma in modo inconsapevole. In una giornata, le occasioni per consumarlo sono tantissime: dai cereali della colazione, ai biscotti confezionati con cui accompagnare il caffè di metà mattina. dalla piada del pranzo, al gelato industriale di metà pomeriggio, fino alla crema spalmabile per chiudere in dolcezza la cena (tutti prodotti che possono contenere olio di palma). Decisamente troppo. Invece, il consumo di prodotti con olio di palma dovrebbe essere limitato al massimo a una volta al giorno e se possibile non tutti i giorni. 
Quindi cosa ne dite di iniziare ad evitarlo leggendo le etichette degli ingredienti? Sarà dura ve lo anticipo, perché l'olio di palma è ovunque, ma almeno proviamoci!
Io ho iniziato sostituendo l'insostituibile: la Nutella e da li mi si è aperto un mondo! Non è vero che la Nutella è insostituibile, lo è eccome....vi consiglio due creme della Ecor semplicemente buonissime!!!